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Il possesso di un conto corrente in Italia per non residenti da parte di un soggetto espatriato iscritto AIRE è uno degli elementi che viene preso in considerazione dall’Agenzia delle Entrate nei controlli sulla residenza fiscale. Riscontro concreto di questo aspetto è dato dalla check list legata alla presentazione della domanda sull’agevolazione dei c.d. “neo residenti“, ex art. 24-bis del TUIR. Nel documento in commento l’Agenzia considera i trasferimenti di denaro in Italia come un elemento di collegamento con l’Italia, che potrebbe essere considerato in maniera negativa in un accertamento. Allo stesso modo il mantenimento di un conto corrente in Italia ha un peso anche il relazione ad un altro criterio di collegamento che è quello del patrimonio del soggetto. Infatti, qualora la maggior parte del patrimonio personale di un soggetto espatriato rimanga in Italia, questo patrimonio assume il ruolo di collegamento del soggetto che rimane in Italia.
Un Soggetto Che Ha Trasferito All’estero La Propria Residenza Fiscale Può Mantenere In Italia Un Conto Corrente, Trasformando Il Proprio Conto Ordinario In Conto Per Non Residenti (Informando Il Proprio Istituto Di Credito). Tuttavia, Occorre Prestare Molta Attenzione Alle Movimentazioni Che Possono Essere Effettuate In Relazione Ai Controlli Sugli Espatriati Che Effettua L’Agenzia Delle Entrate.
Un soggetto espatriato, iscritto AIRE, deve prestare la dovuta attenzione sia al mantenimento di conti correnti in Italia, legati all’apertura di un conto corrente per non residenti, con relativo aggiornamento della propria posizione presso la banca. Con questo, quello che voglio dire, riguarda due aspetti, che potrebbero essere utilizzati contro il contribuente in sede di accertamento della residenza fiscale da parte dell’Amministrazione finanziaria. Si tratta dei seguenti: L’individuazione del criterio di collegamento legato alla presenza del patrimonio in Italia, qualora il conto corrente italiano, ed eventuale altro patrimonio (es. beni immobili) rimanga con prevalenza in Italia (rispetto al valore del patrimonio detenuto all’estero da parte del soggetto); L’individuazione di un criterio di collegamento legato ad interessi economici in Italia e/o alla ricostruzione induttiva della presenza in Italia del soggetto durante l’anno, in relazione a pagamenti fatti da conto italiano (senza una giustificazione oggettiva) o in relazione a trasferimenti di denaro estero su Italia, oggetto di monitoraggio da parte degli istituti di credito (con soglia 5mila euro). Per questi motivi è sempre opportuno pianificare con anticipo il proprio trasferimento di residenza fiscale all’estero al fine di valutare la propria posizione personale su queste fattispecie. Tale analisi deve poi essere ripetuta ogni anno in relazione alla valutazione della propria posizione nel tempo (tenendo sempre presente che, ordinariamente, l’Agenzia delle Entrate ha 8 anni di tempo per accertare ciascuna annualità, in assenza di presentazione di dichiarazione dei redditi in Italia).
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