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L’unico artista italiano chiamato a confrontarsi con gli spazi del padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2022
Artista visivo, le opere di Gian Maria Tosatti consistono principalmente nella realizzazione di grandi installazioni site specific concepite per interi edifici o aree urbane. Spesso la sua pratica coinvolge direttamente le comunità connesse ai luoghi dove le opere prendono forma. I suoi progetti, esposti in diversi paesi del mondo, hanno lo scopo di indagare a lungo termine tematiche legate al concetto di identità, sia sul piano politico che spirituale.
Gian Maria Tosatti nasce a Roma nel 1980 dove, dopo essersi formato nel campo dell’arte visiva e performativa, inizia un percorso al confine tra architettura e arti visive, realizzando installazioni site specific. Tra il 2008 e il 2018 vive e lavora a New York, prima di ristabilirsi in Europa. Nel 2015 la rivista internazionale ArtReview lo ha inserito nella lista dei 30 artisti più interessanti della sua generazione. Gian Maria Tosatti è anche giornalista e scrittore
Come per ogni suo lavoro, Tosatti effettua ricerche approfondite, si cala nei territori, tra gli abitanti, con l’intenzione di captarne l’essenza per tracciarne un ritratto, operando di volta in volta in un intero edificio o in aree urbane specifiche. Tosatti ha esposto le sue installazioni in Italia, presso il museo madre di Napoli, alla Galleria Nazionale e il Palazzo delle Esposizioni a Roma e al Museo Archeologico di Salerno
Attuale direttore artistico della Quadriennale di Roma, Gian Maria Tosatti è stato scelto dal curatore Eugenio Viola come unico artista a confrontarsi con gli ampi spazi del padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2022
Dalla sinergia lavorativa dei due prende vita, così, “Storie della notte e destino delle comete"
affrontare il rapporto tra uomo e natura, tra sviluppo sostenibile e territorio: una metafora interpretativa del sogno industriale italiano.
progetto di “occupazione ambientale”, tra il 2013 e il 2016, intitolato “Le sette stagioni dello spirito”, organizzato dalla Fondazione Morra con il sostegno della galleria Lia Rumma e del Museo Madre. La collaborazione si è materializzata in grandi edifici storici in stato di abbandono e degrado della città di Napoli.
“Le sette stagioni dello spirito” divise in altrettanti capitoli - La peste, Estate, Lucifero, Ritorno a casa, I fondamenti della luce, Miracolo, e Terra dell’ultimo cielo -, avevano lo scopo di fare un viaggio nell’animo umano tra i limiti estremi nel bene e nel male.
Tra i suoi lavori più famosi vi è anche “Il mio cuore è vuoto come uno specchio”, un progetto in corso che vuole indagare la crisi della democrazia. Un ciclo di opere ispirate all’ultima trilogia dei romanzi di Céline che sta conducendo Tosatti in pellegrinaggio attraverso l’Europa.
In ogni città, da Catania a Istanbul, le installazioni di Gian Maria Tosatti hanno lo scopo di dipingere un ritratto del luogo, con lo scopo finale di unirle tutte in un grande affresco capace di riflettere l’incertezza del tempo presente.
Ogni capitolo ha un titolo scritto nella lingua della città in cui è realizzato, ma non per caso il titolo ufficiale del progetto è in yiddish, la lingua nella quale non è mai stato pronunciato un ordine militare, come dichiarò nel 1978 Isaac B. Singer durante il suo discorso per il Nobel.
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