www.studenti.it/i-promessi-sposi-alessandro-manzoni-trama-analisi.html
1 Users
0 Comments
25 Highlights
2 Notes
Tags
Top Highlights
cerca nel suo unico romanzo una tesi, partendo da un’accuratissima ricostruzione: in altre parole, la Storia è utilizzata quindi con funzione dimostrativa e non solo come ambientazione.
Manzoni cercava di andare incontro a un pubblico ampio che mostrasse interesse a comprendere le radici del proprio passato e a trarne un insegnamento morale, in particolare riguardo al problema del dolore nella propria esistenza.
Dall’Ottocento in poi il romanzo storico fu un genere molto adoperato: anche le Ultime lettere di Jacopo Ortis (1817) mostrano il problema della storia e di come essa si intrecci alle vicende personali del protagonista
la conversione nel 1810 fu un evento totalizzante nella vita dell’autore: comprese che l’epifania cristiana è nella storia e che Cristo si manifesta in essa. Con l’Incarnazione Cristo si fa uomo tra gli uomini, e dunque è Dio stesso che incontra il destino dell’umanità.
Occorreva cercare la verità dell’azione umana attenendosi al vero storico, che può essere la porta per una comprensione più ampia della realtà, così da arrivare a un «vero morale».
Manzoni trovò quindi i suoi tre assi cartesiani: «l’utile per iscopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo»
Manzoni è consapevole che il popolo italiano aveva bisogno di una lingua unitaria, in cui riconoscersi.
Sceglie il romanzo per indagare le radici storiche dell’arretratezza italiana con l’intento di offrire alla borghesia progressista, come in un negativo fotografico, la futura società da fondare.
Quindi l’ambientazione storica non è solo lo sfondo su cui collocare in modo astratto i propri personaggi: è elemento fondante e pieno di significato. I personaggi, di conseguenza, assumono un forte rilievo drammatico e, anche quando inventati, si armonizzano perfettamente al corso degli eventi narrati.
i due capiscono che al male non c’è risposta; e che la fede è una richiesta di senso ed è uno sforzo da compiere per comprendere il male che si deve sopportare.
Renzo e Lucia, alla fine delle loro traversie, imparano cosa sia il male ricevuto e il male causato, e come esso sia parte integrante del mistero della vita
profondo pessimismo relativo all’agire umano, quella libertà sinistra che farebbe meglio ad autolimitarsi, e quindi ecco l’odio per i sovvertimenti, le rivoluzioni, per quel furor di popolo che agisce barbaramente, anche quando è nel giusto.
Manca quindi un idillio al finale manzoniano: non c’è un “e vissero felici e contenti”, perché l’ordine – proprio quell’ordine tranquillo da cui si era partiti all’inizio del romanzo – può essere sconvolto dal male, esprimibile nell’egoismo umano (don Rodrigo) e nella Natura (la peste).
Non è possibile arrivare a un equilibrio perfettamente statico, ma il proseguire del romanzo negli ultimi capitoli suggerisce la dinamicità della quiete
conversione: la Grazia divina agisce sull’uomo misteriosamente
Il passaggio dell’innominato nelle file dei buoni segna la svolta positiva del romanzo: dimostrazione, forse, che il singolo può comunque creare il bene di molti o alleviarne le sofferenze.
il male rende consapevoli e, se accettato con la fede, aumenta la virtù.
Valori Morali e Etici:
Ingiustizia Sociale:
Ruolo della Religione:
Glasp is a social web highlighter that people can highlight and organize quotes and thoughts from the web, and access other like-minded people’s learning.